sabato 14 luglio 2007

Enigma Galgano - Introduzione

In queste pagine trovate il risultato delle mie ricerche, dei miei studi; il frutto della passione esplosa per caso nel 1994 per questo personaggio, per questi luoghi, per queste vicende. Chiamarlo libro mi pare irriverente per penne ben più autorevoli della mia, quella di un autodidatta totale, sia per la scrittura che per la preparazione storica. In tutta sincerità, ogni volta che rileggo queste pagine, ricomincerei da capo, in un cerchio senza fine che nulla ha da invidiare a quelli concentrici della cupola della Rotonda di Monte Siepi. Così ho deciso che il lavoro era terminato, almeno in questa prima stesura, e che, forse, avrebbe avuto bisogno di opinioni meno coinvolte della mia. Il sistema più semplice per consentirne la lettura, senza gli oneri di un'improbabile pubblicazione, era quello di inserirlo integralmente in questa home page. Chiunque ne avrà voglia, potrà così leggerlo on line, copiarlo e scaricarlo per leggerlo in tutta calma, esprimere pareri, fare correzioni, inserire nuovi paragrafi, suggerire aree di ricerca in assoluta libertà. In questi anni ho maturato la convinzione che gli anni in cui è vissuto Galgano siano stati decisivi per la formazione dell'Europa moderna. Conoscerli più a fondo può essere d'aiuto per immaginare il nostro futuro, ma anche per scoprire un patrimonio culturale, artistico e architettonico di inestimabile valore che rischia di giorno in giorno la scomparsa. Se nei numeri troviamo scritto il nostro destino, noi passeggeri del 21° secolo dobbiamo salvare e rivalorizzare le testimonianze del 12° secolo, solo così possiamo chiudere il cerchio che racchiude il nostro immaginario collettivo. Un grande lavoro di riscrittura, di ricerca, di indagine sui cento anni che vanno dal 1100 al 1200, restituirebbe senz'altro all'Italia un ruolo di guida artistica, di motore creativo quale le è sempre appartenuto e consentirebbe al grande pubblico di scoprire la vastità di questo patrimonio, la sua bellezza profonda, il suo terribile degrado, la necessità di interventi urgenti. Se da queste pagine potesse nascere un'osservatorio permanente del XII secolo italiano, di come era e di quello che ne rimane, allora penserei di essere riuscito nell'intento con cui ho raccolto le mie riflessioni anche senza averne le capacità e la dovuta preparazione. D'altro canto, temo la troppa seriosità degli accademici e ancora di più quella delle istituzioni, troppo spesso luoghi chiusi ed esclusivi di caste ben definite e, forse, per questo ho voluto fare tutto da solo, almeno fino ad ora. In fondo il vero enigma, quello realmente irrisolvibile, è ancora capire come tutto ciò che troverete in queste pagine sia potuto accadere ad uno come me.

Maurizio Calì

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